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Roma, Camera dei Deputati, 25, 26, 27 e 28 febbraio 2002
 DISCIPLINA DEL CONFLITTO DI INTERESSI
Seguito della discussione del disegno di legge:
"Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi" (1707) e abbinate:
Piscitello; Bressa ed altri; Soda; Bertinotti ed altri; Rutelli ed Altri (210-1865-2148-2191-2214)
Intervento di Marco Boato sulla questione sospensiva
Stenografico Aula in corso di seduta del 25 febbraio 2002

PRESIDENTE: Passiamo ora alla discussione della questione sospensiva Boato ed altri n. 1.

Ricordo che, a norma dell'articolo 40, comma 3, del regolamento, ha facoltà di illustrare la questione sospensiva uno solo dei proponenti, per non più di dieci minuti; può poi intervenire, per non più di cinque minuti, un deputato per ciascuno degli altri gruppi.

L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la sua questione sospensiva n. 1.

MARCO BOATO. Signor Presidente, signori numerosissimi, anche se disinteressati, rappresentanti del Governo... signor Presidente, se si potessero evitare i capannelli al banco del Governo...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di non disturbare.

MARCO BOATO. Signor Presidente, colleghi deputati, mi dispiace che poco fa, nell'ultimo telegramma del suo intervento, il relatore Bruno abbia anticipatamente dichiarato che la questione sospensiva che mi accingo ad illustrare abbia un valore ostruzionistico. È una mancanza di rispetto...

DONATO BRUNO, Relatore per la maggioranza. Non è questo, consentimi.

MARCO BOATO. C'era molto rumore...

DONATO BRUNO, Relatore per la maggioranza. Ho detto esattamente il contrario!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi non potete dialogare tra di voi, perché sareste i soli a sentire, mentre qui siamo in seicento!

MARCO BOATO. Il relatore Bruno ha detto: non voglio dire che sia una proposta ostruzionistica, ma è inutile. Tuttavia, dirlo prima che venga illustrata e magari ascoltare il mio intervento, che si svolgerà pacatamente, a me non sembra corretto.
Prima dell'esame parlamentare di questa materia vi sono stati ripetuti inviti e dichiarazioni di disponibilità da parte di esponenti della maggioranza di centrodestra a un confronto aperto e non precostituito; li abbiamo ascoltati e ne abbiamo preso nota.

Le forze politiche dell'Ulivo hanno presentato una propria proposta di legge unitaria - condivisa da tutti i gruppi parlamentari dell'Ulivo e da tutte le componenti - inserendo all'interno della stessa il massimo delle garanzie, anche sotto il profilo giurisdizionale.

Ne discuteremo semmai più avanti se non verrà accolta la questione sospensiva, ma all'articolo 12 della proposta di legge dell'Ulivo è prevista la possibilità di impugnare i provvedimenti dell'autorità di garanzia di fronte alla corte d'appello ed è previsto, eventualmente, il ricorso contro le decisioni della corte d'appello dinanzi alla Corte di cassazione in un collegio speciale presieduto dallo stesso presidente della Corte di cassazione.

Le forze politiche dell'Ulivo hanno anche dichiarato l'interesse ad affrontare a suo tempo (cioè prima che iniziasse l'esame parlamentare) le questioni poste dal parere del professor Caianiello, parere richiesto non da noi ma dalla maggioranza. Si tratta di un parere fortemente critico sia nei confronti del disegno di legge governativo, sia nei confronti delle proposte dell'Ulivo. Ripetutamente, anche da parte dello stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, era stata allora espressa l'intenzione di superare l'originaria proposta del Governo per recepire le osservazioni critiche del professor Caianiello.

Nel corso delle molte audizioni svoltesi in sede di indagine conoscitiva deliberata da parte della Commissione affari costituzionali erano emerse molteplici opinioni e proposte, sia pure diversificate, come è ovvio che sia in dottrina, per rendere più rigoroso ed incisivo il testo legislativo in materia di conflitto di interessi, quale che fosse il testo (perché in quel momento erano molti i testi all'esame degli interlocutori in sede di indagine conoscitiva). Anche nel corso della discussione generale in Commissione, da parte delle forze politiche e dei gruppi parlamentari dell'Ulivo è stata manifestata la volontà di un approfondito confronto di merito.

La maggioranza di centrodestra ha adottato il comportamento che ricordo sinteticamente: se ne potrebbe discutere più a lungo, ma non ne ho il tempo. La maggioranza di centrodestra ha nominato un proprio relatore di centrodestra che coincide nella persona del presidente della I Commissione, a differenza del centrosinistra della scorsa legislatura che, essendo maggioranza in Parlamento, nominò l'allora deputato Frattini, esponente del centrodestra, relatore su questa materia. Il centrosinistra della XIII legislatura ha aperto fin dalla nomina del relatore un dialogo con il centrodestra di allora; il centrodestra di oggi ha fatto esattamente l'opposto. Avendo una maggioranza di 100 deputati in quest'aula ha nominato il relatore tra le sue file.

Per bocca del relatore è stata dichiarata incostituzionale la proposta di legge dell'Ulivo prima ancora che venisse presentata e depositata in Parlamento. Numerosi esponenti del centrodestra - fanno fede gli atti parlamentari - hanno teso a demonizzare la proposta di legge dell'Ulivo come finalizzata esclusivamente all'esproprio (è stato ricordato anche poco fa) senza neppure tener conto che non di questo si tratta. Infatti, l'articolo 7 della proposta di legge dell'Ulivo prevede una gradualità di misure ed il ricorso alle garanzie giurisdizionali. Non si è tenuto conto neppure dei contenuti delle precedenti proposte di legge a prima firma Berlusconi sia nella XII, sia nella XIII legislatura che, in particolare all'articolo 7, prevedevano la dismissione totale o parziale delle attività economiche o anche la stipulazione di contratti o atti che abbiano ad oggetto il trasferimento fiduciario. Ascoltando le parole del relatore Bruno si direbbe che Berlusconi della XII e della XIII legislatura ha presentato proposte di legge incostituzionali e qualche esponente del centrodestra, non il collega Bruno, direbbe che Berlusconi ha presentato proposte di legge comuniste.

Si è teso a demonizzare, come ho già detto, le proposte di legge dell'Ulivo dimenticando che già nelle proposte di legge Berlusconi erano contenute, con meno garanzie giurisdizionali, anzi con nessuna garanzia, proposte del tutto analoghe. Si è ipocritamente accettato di costituire un Comitato ristretto per utilizzarlo solo per imporre con la forza dei numeri l'adozione del disegno di legge del Governo come testo base escludendo tutti gli altri testi di legge e precludendo fin dall'inizio (non a caso il Comitato ristretto è durato poche decine di minuti) la possibilità di un testo unificato.

Si costituisce un Comitato ristretto se si vuole lavorare insieme per preparare un eventuale testo unificato e lo stesso è partito con l'adozione di un testo base. Il disegno di legge del Governo è stato ulteriormente peggiorato in Commissione in sede referente, in particolare, con le modifiche all'articolo 2 - guardate sulla colonna di sinistra il testo originario del Governo e sulla colonna di destra le modifiche in neretto introdotte -, vanificando totalmente la stessa possibilità di esistenza del conflitto di interessi, al di là delle espressioni formali.

Salvo alcuni aspetti puramente lessicali, non è stato accettato alcun emendamento di merito - e parlo solo di emendamenti di merito - presentato dall'Ulivo. Ieri - me ne sono dispiaciuto e mi dispiace che non ci sia stato un ripensamento in sede di replica - il pur stimatissimo (lo dico sinceramente ma, in questo, dissento da lui) relatore e presidente della I Commissione ha addirittura dichiarato la volontà della maggioranza di proseguire sulla propria strada, impermeabile a qualunque reale proposta emendativa, usando, addirittura, il sarcasmo in una dichiarazione all'ANSA delle ore 19 di ieri sera: «Se vogliono lasciare a noi come maggioranza l'approvazione del testo, noi lo faremo e loro continueranno a fare il girotondo».

Non è decoroso che un relatore per la maggioranza, di fronte ad un'opposizione che punto per punto si confronta in quest'aula con i propri emendamenti su tutte le questioni, faccia battute sarcastiche di questo genere, quando fanno parte della maggioranza Alleanza nazionale, che nel 1993 faceva circolare in quest'aula le manette, e la Lega che, nello stesso anno, in Assemblea sbandierava il cappio e la forca (Commenti di deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania - Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).

Mi pare che, pur non avendo molta simpatia per girotondi vari, sia ben più legittimo un eventuale pacifico girotondo fuori dal Parlamento rispetto a chi, nello stesso - e sono attuali membri della maggioranza che allora stavano all'opposizione -, ha usato i metodi che ho ricordato.

Non credo che sia corretto un confronto parlamentare quando si invita a fare il girotondo perché, tanto, la maggioranza va avanti per la sua strada. Nel corso della discussione sulle linee generali in Assemblea, a parte la questione degli enti locali - il relatore lo ha ricordato ed è vero - su cui c'è la disponibilità del Governo ad approvare un emendamento (questione che, comunque, non era compresa nel disegno originario del Governo), hanno fatto tutto da soli: in Commissione hanno inserito gli enti locali e in Assemblea li toglieranno! Abbiamo detto che sbagliavano ed hanno fatto marcia indietro ma, a parte tale questione, non c'è stata la benché minima apertura ad un riesame del testo.

Per questi motivi, signor relatore, non è un pretesto e non è inutile la questione sospensiva. Ponendo ora la questione sospensiva, con un rinvio ad una data fissa di pochi giorni - il 14 marzo, quindi, fra poco più di due settimane -, i gruppi dell'Ulivo propongono alla maggioranza un'ultima verifica delle proprie dichiarazioni sulla volontà di un confronto aperto che, finora, non ha avuto alcun riscontro nei fatti. Tuttavia, ministro Frattini - lei sa che l'ascolto con attenzione - ancora pochi giorni fa, citando un'agenzia del 22 febbraio lei ha dichiarato: «Intanto rivolgo un appello all'opposizione affinché collabori, non sarebbe un bello spettacolo se il conflitto di interessi fosse approvato soltanto dalla maggioranza».

Queste parole, lette testualmente, hanno un senso se a queste dichiarazioni anche recentissime - non parlo di quelle di due mesi fa - corrisponde una concreta disponibilità a confrontarsi nel merito, non se sussiste (come c'è, salvo alcune modifiche formali) un testo blindato.

Signor Presidente, proponiamo, quindi, alla maggioranza una breve pausa di riflessione in aula fino al 14 marzo, con la possibilità, eventuale, di un rinvio in Commissione per pochi giorni, in modo da poter riesaminare l'intera materia e fare quel confronto che, a parole, viene auspicato e, nei fatti, è stato totalmente cancellato.

È l'ultima occasione preliminare che i gruppi parlamentari dell'Ulivo decidono di proporre seguendo - dico io - il monito evangelico: «fate ciò che dicono, non fate ciò che fanno». Ma, adesso, avreste l'occasione di farlo!

 

  Marco Boato

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